A.M.S.A. - Associazione Medica per lo Studio dell'Agopuntura

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Trattamento del punto Shengang in 5 casi di nevrosi cardiaca

 

Carlo Di Stanislao, Enrichetta Gallo,
Pierfrancesco Fusco, Daniela Lorusso

 

 

“L'arte è la scienza resa chiara”

Jean Cocteau

 


 

Riassunto: Si inquadra la nevrosi cardiaca in relazione alle diverse teorie psicologiche e dopo una lettura generale in Medicina Cinese, Classica e Tradizionale, si riferisce di una personale esperienza con il punto KI 25 (Shengang), trattato con aghi e sferette magnetiche. In conclusione si formula una nuova ipotesi, ancora teorica, relativa alla possibile terapia dei disturbi di personalità.

Parole chiave: nevrosi cardiaca, agopuntura, magnetoterapia.

 

Abstract: One frames the cardiac neurosis in relation to the various psychological theories and after a general reading in Chinese, Classic and Traditional Medicine, personal experience with point KI 25 (Shengang), dealt with needles and magnetic spheres. Finally, one is assumed new line for the interpretation and the possible acupunturistic therapy of the personality disturbs.

 

Key Words: cardiac neurosis, acupuncture, acupuntural magnetic-therapy.

 


Laureen BacallLa nevrosi cardiaca (sindrome di Da Costa o Cuore del Soldato), è una condizione clinica benigna contrassegnata da tachicardia, palpitazioni, pseudoangor e stato di estrema agitazione. Colpisce soggetti di ambo i sessi su base nevrotica, è assolutamente benigna e totalmente priva di significato organico[1]. La più recente ricerca medica ha precisato anzitutto che non è facile riconoscere soggetti con tale “malanno” e che si tratta di persone che rischiano di rovinare l’esistenza a loro stessi ed ai familiari. L’ECG dinamico, lo studio della elettrofisiologia cardiaca, l’ecocardiogramma anche transesofageo, e gli esami ematochimici, confermano l’assenza di anomalie cardiache o spine irritative periferiche (tiroide, colecisti, regione gastroesofagea)[2]. Secondo il dettato della Medicina Scientifica l’affezione si cura piegando la benignità del disturbo e la necessità di “conviverci”, assicurando che il cuore non é malato, consigliando di stare alla larga dai medici, concedendo qualsiasi attività fisica e sportiva, prescrivendo talvolta piccole dosi di farmaci betabloccanti od ansiolitici. Nella pratica il risultato è molto deludente[3]. Va ricordato a questo punto che, le molteplici sollecitazioni della vita di oggi, dai ritmi sempre più insostenibili, producono molto spesso quella situazione di rottura tecnicamente chiamata "stress". In tale situazione si verificano numerose alterazioni neurometaboliche, che si traducono in un vasto corteo di sintomi: dall'alterazione del ritmo della frequenza cardiaca, alla tensione psicofisica associata ad uno stato di ansia immotivata. Si genera così una condizione di squilibrio cronico di tutte le funzioni fisiologiche, che a lungo andare si traduce o in vere e proprie malattie organiche o in disturbi funzionali di tipo persistente. Gli interventi psicoterapeutici sono a questo punto necessari per risolvere radicalmente il problema[4]. Bisogna, per affrontare con appropiatezza il problema, ricollocarlo nel suo giusto contesto, che è quello delle nevrosi d’organo[5]. Il concetto e la definizione di nevrosi hanno avuto uno sviluppo nel tempo, accompagnando l'evolversi della psichiatria prima e della psicanalisi in un secondo tempo. Galimberti osserva che il termine nevrosi è stato introdotto in psichiatria nel 1777 dal medico scozzese William Cullen che la definì "affezione funzionale, cioè senza infiammazione della struttura, con una sede organica precisa", per cui all'epoca si parlava di "nevrosi digestiva, cardiaca, uterina o isterica". In seguito Pinel (1787) puntualizzò l'assenza di ogni substrato organico riscontrabile e Charcot ne definì la natura esclusiva-mente psicologica[6]. Attualmente per nevrosi si intende disturbo psichico senza causa organica i cui sintomi sono interpretati dalla psicanalisi come espressione simbolica di un conflitto che ha le sue radici nella storia del soggetto e che costituisce un compromesso tra il desiderio e la difesa. La psicoanalisi ha dato molte diverse interpretazioni alle nevrosi [7]. Freud, attraverso la scoperta dell’inconscio e della rimozione, definì la nevrosi il prodotto della repressione degli istinti vitali ed in particolare di quelli sessuali. Carl Gustav Jung si differenziò da Freud principalmente per il non voler ridurre tutte le dinamiche psichiche alla sola dimensione sessuale, per il rifiuto dell'approccio causale e meccanicistico al funzionamento della psiche, per la concezione dell'"inconscio collettivo" e per la teoria degli archetipi. .Wilhelm Reich  costruì una teoria che focalizzava l'attenzione non tanto sul singolo individuo e sulla singola famiglia, quanto sulla società borghese dell'epoca e sulle sue ideologie e strutture repressive. Lowen propone l'ipotesi della "bioenergetica" che, tenendo fermo il concetto di connessione corpo-mente elabora la teoria della identità funzionale di tensione muscolare e blocco emotivo, unitamente a quella del rapporto tra inibizione della reattività emotiva e limitazione della respirazione. Secondo questo A. un ambiente repressivo e autoritario impedisce lo sfogo delle pulsioni piacevoli e produce frustrazione che a sua volta si ripercuote sul fisico sovreccitando il nervo simpatico e quindi facendo assumere come naturale un atteggiamento sia fisico che mentale sempre contratto e sulle difensive, il che limita la funzionalità dell'organismo e produce le diverse malattie. Teorie psicologiche diverse, con interventi verbali e fisici differenti, scaturiscono poi dalle ricerche della Klein, Winnicot, di Giberti e Rossi, e di Jervis. Va aggiunto che gli attuali studi di psicosomatica descrivono una vera e propria personalità “cardiaca”, capace di dar vita sia a disturbi sono funzionali e psichici che a vere e proprie malattie organiche ad impatto cardiocircolatorio[8] [9]. La personalità cardiaca è testarda, competitiva, cinica e frustrata per il potere che pensa di avere perso e che non può riavere. E' solitaria ed indipendente perchè diffidente. Non sa esprimere bene le emozioni ed attraverso la somatizzazione cerca il contatto con gli altri ed il modo per risolvere i propri conflitti interni. Sente di essere in pericolo ed il sintomo cardiaco è una espressione somatizzata di richiesta di aiuto. La psiche manda, attraverso il corpo, un S.O.S. evitando l'uso del linguaggio verbale. L'ansia è sempre presente nella personalità cardiaca, perchè è il riconoscimento inconscio di bisogni infantili non soddisfatti, e porta la persona alla disgregazione della personalità arroccata su una posizione di onnipotenza. L'onnipotenza fa sentire la personalità cardiaca gratificata, anche se annulla il proprio Io che non è capace di sostenere i conflitti della psiche, e da qui possono nascere nevrosi e psicosi. Essere un paziente "cardiopatico" permette di avere quelle cure che i genitori non hanno avuto per il bambino. Il medico diviene quasi un tutore, un nuovo genitore.  Con la "malattia" la personalità cardiaca ottiene la protezione e l'affetto che non ha avuto fino a che è stata "sana". Se non ha nessun disturbo, ha una vita senza interessi, ma piena di "impegni". Ha relazioni con gli altri superficiali e poco coltivate, perchè pensa di non avere bisogno degli altri. Ha un senso del Sé grandioso che nessuno può intaccare, ma che é in lotta con il bisogno inconsapevole del desiderio di dipendere dagli altri. Il sintomo di una presunta malattia é un compromesso tra le figure in lotta: l'adulto onnipotente ed il bambino in attesa di cure. Tutto questo conferma la teoria recente (detta “gestalt”) di F.Perls, P.Goodman e R.F.Hefferline, che individua nella incapacità dell’individuo di collegarsi all’ambiente e soddisfare i propri bisogni il bandolo della matassa. Un bisogno emerge, prende "forma", viene in primo piano e lascia gli altri bisogni sullo sfondo; una volta soddisfatto il bisogno "dominante" esso a sua volta recede sullo sfondo lasciando campo ad un successivo bisogno. Il nevrotico é incapace di vivere il proprio presente e di pilotare questa successione si bisogni e soddisfacimenti; egli tende ad introiettare concetti ed idee non elaborati nella propria persona, oppure a proiettare sull'ambiente i propri disagi, perde il confine tra sé e il mondo e si rinchiude in sé stesso. Le parole chiave della psicologia della Gestalt sono quindi: "qui ed ora", "io e tu", "come e adesso" e le tecniche terapeutiche adoperate evitano la sola verbalizzazione del passato, ma implicando anche tecniche corporee, favoriscono la possibilità di rivivere nel contesto del setting terapeutico protetto, tutte le emozioni ed i sentimenti un tempo repressi[10]. Usando questi spunti teoretici ed ontologici ed applicandoli alla Medicina Classica Cinese (MC) si potrebbe pertanto orientare la nostra attenzione sui Meridiano Bieluo (collegagamento agli altri) e soprattutto su quelli di Shou Shao Yin e Shou Tai Yang per la somatizzazione cardiaca e la assenza o inconsistenza di verbalizzazione concreta[11] e, ancora, sul Du Mai[*], personalità arrogante, apparentemente autosufficiente, incapace di chiedere aiuto[12] [13]. Gli schemi loweniani del blocco orale e respiratorio potrebbero condurre ad azioni sui punti del Po[†] (11GV, 1LU, 42BL, ecc.) e, in effetti, molti di questi sono indubbiamente attivi in varie forme di nevrosi libera o somatizzata[14]. Nell’ottica dell’attuale Medicina Tradizionale Cinese (MTC) la Stasi di Qi di Fegato e l’iperattività dello Yang di Cuore giustificano sia a nevrosi in generale che quella cardiaca in particolare[15]. In definitiva, per la MC si potrebbero usare, in rapporto alle “personalità” ed al valore simbolico e metaforico dei sintomi[16] [17] shendao, pohu, zizheng, tongli, changqiang, ecc.; per la MTC neiguan, taichong, xinshu, shemen, juque[18] [19] [20]. Data la caratteristica, già esaminata, dei soggetti con personalità “cardiaca” i non sentirsi amati, avremmo anche potuto usare dei punti “nutrizionali” come gaohuang, baohuang e qihai[21]. La caratteristica oi delle crisi (pseudoangor, palpitazioni) unitamente alla “tipologia individuale (angoscia, ansia, stato di costante cattivo umore), poteva richiamare l’attenzione sullo Yin Wei Mai[‡], deputato all’armonizzazione degli spazi Yin, dell’emotività e capace di attraversare gli “orifizi del cuore”[22]. Abbiamo usato tutti questi schemi nel passato, ma senza grande successo in pazienti con nevrosi cardiaca. Avendo osservato che, in questi individui, la insoddisfazione di desideri interiori ed il particolare carattere generano “stasi” nel petto e riflettendo su alcune vecchie osservazioni di Colin[23], abbiamo trattato cinque individui con nevrosi cardiaca con il punto shengang, che libera il torace dall’eccesso di Calore, calma il “mentale” e favorisce la distensione[24] [25]. Va aggiunto che, a conferma di questa nostra deduzione, tutti i pazienti presentavano polsi rapidi e forti soprattutto alle bocche (qi) di destra e sinistra[26], lingua arrossata alla punta, sia al centro (Cuore[§]) che sui lati (Polmone[**])[27] ed inequivocabili segni di accumulo toracico di Calore (fastidio per reggiseno o camicia stretti; iperalgesia cutanea; sensazione di espansione toracica, ecc.)[28]. Il campione (tre donne e due uomini; età da 32 41 anni), è stato trattato una volta a settimana, con aghi Seirin a perdere da 0,30 X 30 mm, infissi perpendicolarmente, ritenuti per 30 minuti e non manipolati. Sferette magnetiche metalliche da 800 Gaus erano applicato sui punti fra una seduta e l’altra[29]. La terapia è durata due mesi (8 sedute) ed il follow-up tre mesi. Durante il trattamento il paziente era lasciato libero di assumere dosi unitarie di pindelolo da 10 mg e bromazepam in gocce se li riteneva necessari. L’andamento del consumo di tali farmaci (Fig. 1 e 2) dimostra che, in tutti i casi, l’agopuntura e la stimolazione magnetica di shengang si è dimostrata efficace, con risultati anche stabili nel tempo. Mediante due differenti scale psicometriche[30] [31] abbiamo anche potuto valutare, in modo oggettivo, la riduzione dell’ansia a fine terapia e la persistenza della buona risposta a fine follow-up[††] (Fig. 3).

 

 

Riflessioni conclusive

Il lavoro mostra i limiti più frequenti delle ricerche relative all’agopuntura e alla Medicina Cinese[32] [33]: bassa numerosità e mancanza di gruppo di controllo. Avremmo potuto impiegare, in aggiunta al punto selezionato, punti generali per far circolare l’Energia ed il Sangue e ridurre il Calore nel Torace (lieque e daling) e punti in grado di calmare lo Shen (shenmen). Non lo abbiamo fatto per valutare, in modo più diretto[34], l’azione specifica del punto shengang su cui non esistono a tutt’oggi molte esperienze[35] [36] [37] [38] [39] [40] [41]. Descritto per la prima volta dallo Zhen Jiu Jia Yi Jing (II sec. d.C.)[42] il punto sembra essere in grado di ridurre l’Eccesso (shi[‡‡]) di Calore (re[§§]) a livello del torace e, come tutti i punti Shen[***] di trattare le turbe emotive in cui si ha la sensazione di perdere il controllo sulle proprie funzioni[43]. Alla conclusione del nostro studio e dopo aver letto un lavoro (per gentile anticipazione degli AA) di Giulia Boschi e Luigi De Franco[44], abbiamo immaginato un’altra possibile patogenesi e, pertanto, un diverso, possibile  schema terapeutico. Nel contesto della Medicina Cinese, un'idea che più di altre appare mutuata dalla filosofia taoista è quella di 'vuoto funzionale': il concetto che nei meati, grandi o piccoli, si annidi la forza autentica che presiede e promuove ogni attività vitale. E' nozione ubiqua, questa della capienza che si fa capacità, dalle arti marziali (pensiamo al "pugno vivo" del Xinyiquan con il suo centro vuoto) alle tecniche trascendentali, che nella perfetta recettività "femminile" e nell'assenza di azione egoica (wu wei) vedono la caratteristica fondante del cammino autentico. E' dunque negli spazi 'vuoti' della forma che, anche per la medicina cinese, si concentrano le nostre facoltà; gli organi di senso vengono collettivamente definiti qiao (meati) con riferimento alle loro parti vuote (orbite, narici, dotti uditivi…) e questo stesso vocabolo si usa per orifizi non sensoriali, come gli sfinteri, e anche ad indicare fori di dubbia attribuzione anatomica, come il xinqiao "meato della mente/cuore" che assicura, secondo la medicina cinese, la connessione fra cuore e rene - fra essenza e spirito - dalla quale dipende la lucidità mentale. L'eziologia degli stati confusionali contempla l'ostruzione da flegma del xinqiao" (tan mi xinqiao); pur in assenza di riferimenti anatomici, tali loci non hanno connotazione astratta. Lo stato di ipocondriaca, cronica agitazione del paziente con nevrosi cardiaca, riempie di “idee fisse” lo “spazio vuoto del Cuore”, alterando sia la funzione cardiocircolatoria che lo Shen, inteso come capacità di critica e razionale giudizio. La “permezione” del xinqiao mediante lo Yin Wei Mai può risultare utile al momento, ma non modifica lo stato ipocondriaco e nevrotico di base che turba, come già detto, la lucidità mentale. E’ convinzione di alcuni che, nelle forme strutturate caratteriopatiche in cui l’individuo esprime un disagio esistenziale nelle relazioni con l’ambiente, siano coinvolti quelli aspetti “animici portanti”, definiti benshen o, meglio, wushen[†††], da cui scaturiscono i nostri aspetti emotivi (wuzhi[‡‡‡]). Emozione viene dal latino “emovere”, muovere, condizionare comportamento e volontà (in cinese zhi).  Va qui aperta una parentesi sul concetto di “personalità” che, a nostro avviso, si ricollega al concetto di wuzhi. Il termine personalità si è affermato nella letteratura scientifica internazionale al punto da soppiantare quello tradizionale di carattere. Al riguardo G. Allport, autorevole psicologo della Harvard University, ha fatto osservare che nella letteratura esistono almeno cinquanta definizioni diverse di personalità. La personalità è oggi considerata un’organizzazione pervasiva strettamente intrecciata di attività, abitudini ed emozioni, che caratterizzano la personale maniera di rapportarsi con gli altri. Con tale termine possiamo riferirci[45]:

-          ad una organizzazione, più o meno differenziata, di bisogni, desideri e capacità;

-          a uno stile di vita;

-          ad un insieme gerarchicamente organizzato di caratteristiche corporee e funzionali;

-          a comportamenti maladattivi nei confronti della realtà culturale di appartenenza;

-          alla soggettività dell’individuo, alla sua unicità e singolarità;

-          ai blocchi espressivi di emozioni e sentimenti.

Pertanto, secondo L. Pervin e O. John “la personalità rappresenta le caratteristiche che sono responsabili di modelli coerenti di sentire, pensare e comportarsi”[46]. Tutto questo è riconducibile alle benshen della Medicina Cinese[47]. Più propriamente, in medicina cinese, potremo notare i seguenti anomali comportamenti[48]:

-          Zhi[§§§]: Mancanza di senso di protezione e, pertanto, cronica paurosità.

-          Hun[****]: Difetto nel senso di assertività o affermazione, con segni di aggressività.

-          Shen[††††]: Mancana di gratificazione, con senso di scoramento.

-          Yi[‡‡‡‡]: Mancanza di comunione con gli altri, con ossessività.

-          Po[§§§§]: Mancanza di fiducia verso il mondo e la società, con tristezza e diffidenza.

In base a quanto sancisce il Da Cheng[49]  conviene trattare, distinguendo il nucleo profondo del disagio psichico, i punti shu dei Meridiani Yin, unitamente al punto benshen[50] dell’Anima Vegetativa perturbata. Tutto questo è molto intricante ma, anche, tutto da verificare.

 

 

 



[††] Si ringrazia il Servizio di Psicometria del Dipartimento di Psichiatria della ASL 04 de L’Aquila, Direttore, Dott. G. Mancini.



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